In letteratura i rischi psicosociali sono stati definiti come “quegli aspetti di progettazione del lavoro e di organizzazione e gestione del lavoro, nonché i rispettivi contesti ambientali e sociali che potenzialmente possono arrecare danni fisici o psicologici” (Cox e Griffiths, 1995). L’indagine pubblicata dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (2000) ha preso in esame i dati delle ricerche condotte in ambito comunitario ed extracomunitario sullo stress correlato al lavoro e ha mostrato come gli aspetti psicologici del lavoro siano stati oggetto di ricerca almeno sin dagli anni ’50. Attualmente, esiste un’ampia evidenza scientifica che identifica come stressoggene una determinata gamma di caratteristiche del lavoro, alcune relative al contesto ed altre ai contenuti specifici del lavoro, riassunte nella tabella sottostante (tabella 2).
In particolare, ciascuno di questi aspetti del lavoro presenta un potenziale di danno e rappresenta, pertanto, una fonte di rischio psicosociale. Esistono differenti classificazioni dei fattori di rischio psicosociali, la classificazione proposta dalla European Agency for Safety and Health at Work, (2000) funge da monito per far emergere gli aspetti più ricorrenti di debolezza e di criticità nelle organizzazioni del lavoro al fine di richiamare l’attenzione su indispensabili valutazioni, per poter identificare gli spazi e gli ambiti nei quali tende ad annidarsi quel malessere a carattere collettivo, di gruppo, che spesso poi, se trascurato, sottovalutato o non oggettivato, conduce a situazioni di disagio lavorativo diffuso e difficile da recuperare, in tempi utili, senza rischiare l’insorgenza di gravi e permanenti danni ai lavoratori.
È importante osservare, in un contesto di analisi dell’organizzazione del lavoro, la compresenza di aspetti di natura più meramente tecnico–strutturale come ambiente di lavoro e attrezzature, con aspetti relativi alla gestione delle risorse umane quali sviluppo di carriera e ruolo nell’organizzazione, con aspetti di carattere meramente relazionale come relazioni interpersonali sul lavoro.
CONTESTO LAVORATIVO | |
CULTURA ORGANIZZATIVA | Scarsa comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e lo sviluppo personale, mancanza di definizione degli obiettivi organizzativi |
RUOLO NELL’ORGANIZZAZIONE | Ambiguità e conflitto di ruolo, responsabilità di altre persone |
SVILUPPO DI CARRIERA | Incertezza/blocco della carriera, insufficienza/eccesso di promozioni, bassa retribuzione, insicurezza dell’impiego, scarso valore sociale attribuito al lavoro |
AUTONOMIA DECISIONALE / CONTROLLO | Partecipazione ridotta al processo decisionale, carenza di controllo sul lavoro (il controllo, specie nella forma di partecipazione rappresenta anche una questione organizzativa e contestuale di più ampio respiro) |
RELAZIONI INTERPERSONALI SUL LAVORO | Isolamento fisico o sociale, rapporti limitati con i superiori, conflitto interpersonale, mancanza di supporto sociale |
INTERFACCIA FAMIGLIA/LAVORO | Richieste contrastanti tra casa e lavoro, scarso appoggio in ambito domestico, problemi di doppia carriera |
CONTENUTI LAVORATIVI | |
AMBIENTE DI LAVORO E ATTREZZATURE | Condizioni fisiche di lavoro, problemi inerenti l’affidabilità, la disponibilità, l’idoneità, la manutenzione o la riparazione di strutture ed attrezzature di lavoro |
PIANIFICAZIONE DEI COMPITI | Monotonia, cicli di lavoro brevi, lavoro frammentato o inutile, sottoutilizzazione, incertezza elevata |
CARICO / RITMI DI LAVORO | Sovraccarico o sottocarico di lavoro, mancanza di controllo sul ritmo, alti livelli di pressione temporale |
ORARIO DI LAVORO | Lavoro a turni, orari di lavoro rigidi, imprevedibili, eccessivamente lunghi o che alterano i ritmi sociali |
Fonte: European Agency for Safety and Health at Work, 2000
TABELLA 2: Caratteristiche stressanti del lavoro
Le dimensioni sopra citate influenzano la percezione che una persona ha delle situazioni di lavoro, sono esse stesse potenzialmente causa di stress all’origine e sono aspetti fondamentali della valutazione dei rischi psicosociali.