Situazioni di stress acuto o prolungato nel tempo portano spesso le persone a contattare lo Psicologo, con la richiesta di essere aiutate in due differenti frangenti: svuotarsi dal sovraccarico accumulato, da un lato, e imparare a fronteggiare le situazioni che mettono sotto pressione, dall’altro. Questo perché lo stress è un fenomeno complesso e ormai quotidiano che, soprattutto nei ritmi frenetici della società contemporanea, ci troviamo a dover affrontare sempre più spesso.
COS’E’ LO STRESS
Lo stress è stato a lungo studiato ed analizzato nella sua multifattorialità, a partire dagli studi di Hans Selye, considerato il padre fondatore delle ricerche svolte in questa direzione, il quale, intorno al 1930 lo definì come una “risposta aspecifica dell’organismo ad ogni richiesta effettuata su di esso”. L’origine del termine è da ricercare nel settore metallurgico, dove veniva tradizionalmente utilizzato per indicare effetti e conseguenze che grandi pressioni determinavano sui materiali che ne venivano esposti. Selye ebbe il merito di portare alla luce il fenomeno e di “regalarlo” alla comunità scientifica, inizialmente in ambito biologico e, solo successivamente, nelle scienze umane. L’interesse di ricerca che si sviluppò in questa direzione fu tale da portare incredibili contributi alla psicologia ed alle scienze del comportamento in genere.
Le fasi tipiche dello stress, che costituiscono la Sindrome Generale di Adattamento (General Adaptation Syndrome o GAS), vengono definite da Selye come:
- Fase di allarme: stato di shock iniziale che abbassa drasticamente la resistenza dell’individuo, seguita da un secondo stato di contro-shock che riattiva meccanismi di difesa e risposte fisiologiche necessarie a fronteggiare lo stressor (stimolo che genera la situazione di stress)
- Fase di resistenza: fase in cui l’organismo si adegua alle nuove circostanze e si attiva per resistere e fronteggiare gli stressor, fino alla loro scomparsa (questa è la fase in cui ci si sente “sotto pressione”)
- Fase di esaurimento: fase in cui le energie iniziano a venire meno e corpo e mente richiedono riposo. La fase di esaurimento può realizzarsi in due differenti casistiche: la situazione stressante è effettivamente conclusa e la persona si abbandona al riposo necessario a rimettersi in forze, oppure, la situazione stressante non si è esaurita ma si sono esaurite le risorse dell’organismo, il soggetto percepisce una totale assenza di energia ed i tempi di recupero possono essere anche molto lunghi e debilitanti. All’interno di questa casistica è facile incorrere in altre tipologie di disturbi quali disturbi d’ansia, disturbi depressivi ecc… (se vuoi approfondire questi argomenti puoi leggere gli articoli relativi cliccando sui seguenti link: ansia, depressione.)
DIFFERENTI TIPOLOGIE DI STRESS
Nel definire le situazioni di tensione è bene tenere in considerazione alcuni elementi cardine, quali la durata dell’evento stressante e la natura dello stesso. Il primo parametro ci permetterà di comprendere se si tratta di stress acuto (breve durata nel tempo) o cronico (la situazione stressante permane a lungo). Mentre il secondo parametro ci permetterà di distinguere tra distress (stress patologico e negativo, causato da eventi nocivi che abbassano le difese immunitarie dell’individuo) e eustress (stress fisiologico e positivo, causato da eventi che favoriscono una miglior vitalità all’organismo). Quest’ultima differenziazione si rivela essere basilare in quanto, sebbene nel linguaggio comune lo stress viene identificato sempre in un’accezione negativa, in realtà spesso si tratta di eventi e situazioni che, per quanto mettano sotto pressione l’individuo, lo allenano nella capacità di adattamento psicofisica e sono fonte di gratificazione per lo stesso.
GESTIRE E AFFRONTARE LO STRESS
Quando si parla di stress si parla di coping, altro termine inglese il cui significato è ricollegato al concetto di adattamento e che sta ad indicare i processi che l’individuo mette in atto per fronteggiare gli stressor, per adattarsi al sistema e per rispondere di conseguenza (to cope: far fronte). Le strategie di coping sono meccanismi di difesa attivati dal soggetto per fronteggiare gli eventi stressanti o considerati al di sopra delle proprie capacità. Non esistono strategie di coping funzionali per tutti e per tutte le situazioni in quanto lo stress è altamente soggettivo: la stessa situazione può essere per una persona fonte di stimoli positivi (eustress) e per un’altra persona fonte di frustrazione (distress), non sono quindi la situazione o l’evento ad essere stressanti di per sé, quanto la percezione soggettiva che la persona ha di tali eventi o situazioni. Per questo, le strategie di coping che si rivelano utili e funzionali, saranno diverse da individuo a individuo e si potranno scoprire e mettere in atto solo ed esclusivamente tramite l’ascolto delle proprie emozioni e delle proprie necessità. Nessuno è immune allo stress ma quanto e come questo impatti nella vita della persona dipende da quanto la persona stessa sia in grado di attivare meccanismi adeguati ad adattarsi e fronteggiare gli eventi della vita.
IL RUOLO DELLO PSICOLOGO NELLO STRESS
L’intervento dello Psicologo nelle situazioni di stress si costruisce attraverso numerosi passaggi in interazione tra loro, che ruotano intorno ad un unico punto cardine: una maggior conoscenza di se stessi. Questo processo è da considerarsi passaggio indispensabile per poter comprendere i meccanismi dello stress che il paziente sta vivendo e capire come poterli affrontare, arginare e vincere. In prima battuta lo Psicologo porterà il soggetto ad ascoltarsi di più (mi ascolto e capisco ciò che provo) e ad imparare a comprendere i propri segnali di stress e allarme (imparo ad indentificare, sempre più velocemente e con sempre maggior facilità, quando il mio corpo e la mia mente mi stanno comunicando che qualcosa non va). Parallelamente lo Psicologo accompagnerà il paziente nella strutturazione delle proprie strategie di coping (attivo processi funzionali e vincenti nell’affrontare le situazioni che vivo come fonte di frustrazione) e lo renderà maggiormente consapevole delle proprie risorse e potenzialità (capisco di avere effettivamente delle “armi” a mia disposizione, capisco quali sono gli strumenti che possiedo e li potenzio, per renderli vincenti).
ALCUNE CONSAPEVOLEZZE IMPORTANTI
Semplifica! Siamo maestri nel complicare la nostra vita e le situazioni che ci riguardano, semplificare è la parola chiave ed è il primo passaggio per alleggerire e diminuire la pressione che sentiamo.
Ricorda che non è tutto di vitale importanza, spesso consideriamo tutto prioritario, fidati, non lo è… Lascia andare il controllo e dai il giusto peso a persone e situazioni.
Impara a delegare! Hai persone accanto, che ti accompagnano nella vita, non può essere tutto sulle tue spalle, delega, chiedi aiuto, fai fare anche ad altri… Sì, probabilmente se lo fai tu viene meglio, ma non puoi sobbarcarti ogni problema, impara a delegare, ti sentirai subito più leggero.
Datti confini e limiti, se sei sotto stress è perché, molto probabilmente, non ti argini mai, continui a correre, a tirare, a dare e a fare… Datti dei confini e poi, mi raccomando: rispettali!
Dedicati tempo, ritaglia spazio per te, per “attaccarti al caricabatteria”, non è tempo perso, tutt’altro, è tempo guadagnato, per funzionare meglio… E stare meglio.
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