“Come faccio a capire se qualcuno mi mente?” Se sei uno Psicologo sai benissimo che questa domanda ti viene posta sempre, ovunque, da chiunque. Dentro e fuori dallo studio. Sembra che in questo strano mondo avere la capacità di comprendere chi ci sta mentendo sia necessario alla sopravvivenza… E forse, in un certo senso, lo è. Partiamo da una prima, scomoda, verità: capire se qualcuno mente NON è facile come spesso vogliono farvi credere.
“Mente quando guarda in alto… Sta dicendo una bugia se guarda a destra… Se ammicca… Se abbassa lo sguardo….” Sono tutte teorie illusorie, senza alcun fondamento, che vogliono farvi credere che basti guardare la posizione degli occhi del nostro interlocutore per avere la verità in tasca. Mi dispiace disilludervi ma non è così… Comprendere i meccanismi alla base della menzogna è tutt’altro che semplice.
Il complesso processo di comprensione della bugia è costituito dall’interazione e la decodifica di comunicazione verbale, paraverbale e non verbale, unita all’analisi di postura, gestualità, gestione dello spazio e delle emozioni, interpretazione del contesto e delle dinamiche situazionali e così via… E questo è solo l’inizio!
Però, esiste un “piccolo segreto” che funziona e che non è poi così difficile da applicare, ed è questo: osservate e cercate di capire quella che è la cosiddetta “linea base” del vostro interlocutore. Mi spiego meglio: imparate ad osservare e conoscere nel dettaglio il vostro interlocutore quando è sincero, quando parla di cose “normali”, quando siete certi che non sta mentendo. Andate oltre le parole, non limitatevi ad ascoltare cosa dice ma cercate di approfondire la vostra conoscenza del come lo dice. Questa è la linea base del vostro interlocutore. E’ la modalità comunicativa “normale” del soggetto e rappresenta il vostro punto di partenza, da cui iniziare a notare le differenze. Passiamo al punto successivo: cosa succede nella mente di chi mente.
Quando una persona non è sincera la mente è impegnata a costruire la bugia nei suoi contenuti verbali, la persona è intenta pensare a COSA dire, a strutturare il discorso. Questo compito fa aumentare enormemente il carico cognitivo ed il soggetto non è in grado di controllare allo stesso tempo anche il COME dire ciò che sta dicendo: la sua comunicazione paraverbale e non verbale (come gestualità, espressioni del viso, tono della voce, pause ecc.) non saranno pienamente sotto il suo controllo.
Per questo, se temiamo che qualcuno ci stia mentendo non ascoltiamo solo ciò che ci dice la sua bocca ma cerchiamo di capire, ancor di più, ciò che ci comunica il suo corpo e soprattutto quali sono le differenze comunicative che notiamo. Negli anni mi sono formata lungamente sulla comunicazione, in tutte le sue sfaccettature, e uno degli ambiti che ho approfondito maggiormente è proprio quello della menzogna.
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